Alcune considerazioni sul radio-eco meteorico discusso nell’articolo precedente.
L’evento (la seguente immagine è la composizione di due spettrogrammi adiacenti), uno dei più energetici registrati dalla nostra stazione dall’inizio dell’anno, ha attirato la mia attenzione perchè, oltre ad essere notevole come durata e intensità, esibisce una “coda” intermittente molto regolare alla fine della traccia. In effetti, sembra che il canale ionizzato dal meteoroide sia stato “illuminato” oltre che dal segnale trasmesso dal radar GRAVES, anche da un segnale locale (?) di origine sconosciuta.
Che si tratti della riflessione radio causata dalla traccia ionizzata di un meteoroide abbastanza importante è dimostrato dal confronto con gli spettrogrammi pubblicati da Giuseppe Massimo Bertani (stazione Meteor Scatter del Gruppo Astrofili Bassa Bergamasca) e da Vainer Orlando (stazione a Magenta – MI) che hanno catturato lo stesso evento. Il link si riferisce alla pagina dove sono descritte le caratteristiche tecniche della prima stazione (utilizza il programma Echoes sviluppato da Massimo), mentre la stazione di Vainer comprende un’antenna Xquad 3 elementi a polarizzazione circolare, un amplificatore di antenna da 24 dB di guadagno seguito da un filtro notch per la banda FM commerciale, un ricevitore SDR-14 RFspace, un down-converter 144 MHz/28 MHz e il software di acquisizione SpectrumLab. Nonostante le differenze strumentali (antenne, ricevitori, software e impostazioni di acquisizione) e la mancanza di sincronizzazione temporale, è facile riconoscere caratteristiche comuni del radio-eco. La differenza più importante nello spettrogramma catturato da RALmet è la presenza di un segnale intermittente, di natura artificiale, non presente nelle altre registrazioni.
Infatti, la durata dell’evento catturato dalla nostra stazione è appena superiore a 54 secondi (compresa la “coda” intermittente), mentre nelle altre registrazioni questa è dell’ordine di 35 secondi. Nel primo caso, la traccia ionizzata generata dal meteoroide è illuminata dal segnale del radar GRAVES e da quello locale (se così si può chiamare…), mentre negli altri casi è solo il segnale di GRAVES che illumina la traccia e genera la riflessione captata dalle rispettive stazioni. Effettivamente, sembra proprio un caso fortuito e particolare che un segnale artificiale di questo tipo si sia manifestato proprio durante l’evolversi del radio-eco, con una frequenza molto vicina a quella del trasmettitore GRAVES.
D’altra parte, non si può neppure escludere che si tratti della stessa portante di GRAVES, normalmente non osservabile per onda diretta dalla nostra stazione, ma occasionalmente (e per brevissimo tempo) ricevuta a causa di particolari condizioni propagative o per qualche “agente” sporadico di riflessione. Che il periodo di ripetizione di questo segnale sia in qualche modo collegato con la periodicità della scansione spaziale in azimut del fascio trasmittente di GRAVES sembra evidente dal seguente spettrogramma, dove ad un radio-eco meteorico catturato l’8 Aprile 2018 è stata sovrapposta, per confronto, la porzione relativa al segnale intermittente della registrazione del 13 Maggio. Vale la pena ricordare che la frequenza media della distribuzione dei radio-echi meteorici, calcolata nella giornata del 13 Maggio (18180.175 Hz) utilizzando tutte le frequenze associate agli eventi catturati quel giorno, corrisponde solo in senso statistico alla frequenza del trasmettitore (traslata in banda-base dalla stazione ricevente RALmet), ma può essere diversa per uno specifico evento.
Non so se questi ragionamenti sono corretti ed è difficile trarre conclusioni basandosi solo su queste osservazioni. Qualsiasi considerazione sull’argomento è la benvenuta.