registrata dalla stazione ricevente RALmet alla frequenza del trasmettitore GRAVES (143.050 MHz).
I dati sono aggiornati ogni 24 ore.
Questa pagina documenta l’attività “radio-meteorica” registrata ogni giorno dalla nostra stazione ricevente RALmet, componente di un radar bi-statico dedicato alla cattura dei radio-echi meteorici che utilizza i segnali trasmessi dal radar francese GRAVES (frequenza 143.050 MHz). L’impianto, continuamente attivo, acquisisce automaticamente i dati, successivamente elaborati da programmi dedicati realizzati “ad hoc”.
L’osservazione radio degli eventi meteorici è una tecnica molto potente per il monitoraggio dei detriti spaziali che penetrano nell’atmosfera terrestre, dato che può essere sempre attiva, indipendentemente dall’ora del giorno e dalle condizioni meteorologiche locali. Scopo delle osservazioni è determinare la frequenza di impatto di questi oggetti con l’atmosfera terrestre, studiare i dati che correlano le osservazioni radio con le loro proprietà fisiche e confrontare le informazioni ottenute con i dati visuali.
I seguenti grafici, elaborati dalle informazioni acquisite, mostrano le variazione annuali dei parametri associati ai radio-echi catturati dalla nostra stazione, quindi l’attività meteorica a questi correlata. Per confrontare la loro attività negli anni è opportuno sottrarre dal conteggio degli eventi il flusso associato al fondo sporadico (background sporadico). L’eliminazione del background sporadico (calcolato come mediana dei conteggi orari degli ultimi 15 giorni) evidenza molto bene le variazioni dell’attività annuale dovute agli sciami, facilitando il confronto con i dati visuali e con analoghe registrazioni degli anni precedenti.
Statistica degli eventi radio-meteorici catturati durante l’anno corrente:
La seguente mappa visualizza l’attività radio-meteorica, corretta rispetto al background sporadico, catturata dalla nostra stazione durante l’anno corrente: si notano le concentrazioni del flusso dovute ai principali sciami.
I radio-echi ipodensi e iperdensi sono classificati secondo la densità elettronica lineare della traccia ionizzata creata dal meteoroide: si considerano ipodense le tracce dove la concentrazione elettronica lineare è inferiore a 2.4 ∙1014 elettroni/m, iperdense le altre. Si tratta di una classificazione ideale dato che, nella realtà, le tracce dei radio-echi seguono un’ampia e complessa gamma di comportamenti, perturbati da varie cause. Quando le frequenze dei segnali radio che “illuminano” le tracce ionizzate sono superiori a 100 MHz, è consuetudine classificare le tracce meteoriche in base alla loro durata: si considerano ipodensi gli eventi con durata inferiore a 0.5 secondi, iperdensi gli altri.
Si nota una generale ricorrenza di eventi massicci durante gli sciami meteorici, con importanti differenze fra questi e fra gli stessi flussi nel corso degli anni. Il confronto fra questi dati e i conteggi totali semplifica la classificazione degli sciami meteorici in base alla massa delle particelle costituenti: registrando le durate dei radio-echi (proporzionali alla massa dei meteoroidi “genitori”) possiamo stimare la percentuale di oggetti massici che ogni giorno entra in atmosfera, quindi confrontare la loro numerosità durante le occorrenze degli sciami annuali. Dato che la durata di un radio-evento meteorico è proporzionale alla massa dell’oggetto che l’ha generato, la misura della frequenza di radio-echi con durata superiore a 10 secondi fornisce una stima attendibile sulla quantità degli oggetti di maggiori dimensioni quotidianamente catturati dalla nostra stazione ricevente (si vedano i grafici che mostrano i dati sulle durate degli eventi radio-meteorici).
Il numero di meteoroidi è inversamente proporzionale alla loro massa: se si rappresenta in scala bi-logaritmica il numero cumulativo di radio-echi in funzione della loro durata, il coefficiente angolare della retta di interpolazione fornisce direttamente l’indice di massa. Selezionando opportuni intervalli orari è possibile ricavare, per ciascuno di essi, il corrispondente indice di massa: studiando l’andamento giornaliero di questo parametro si evidenzia una variabilità che riflette la differente distribuzione in massa della popolazione dei meteoroidi. L’indice di massa del flusso meteorico rappresenta, quindi, il valore medio della distribuzione di massa degli sciami meteorici attivi e del flusso sporadico. La sua stima è attendibile se si contano solo le meteore iperdense. Minore è il valore dell’indice di massa, maggiore sarà la percentuale di meteoroidi massicci all’interno della distribuzione studiata.
Il precedente grafico, che descrive come varia nel corso dell’anno la durata media giornaliera dei radio-echi meteorici catturati (espressa in secondi), fornisce un’interessante indicazione circa la “brillantezza” degli eventi che caratterizzano gli sciami, nell’ipotesi che gli eventi più brillanti e massicci sono proprio quelli con maggiore durata. Questa informazione è utile per confrontare le caratteristiche dei principali flussi meteorici annuali.
L’analisi dei dati acquisiti da RALmet fornisce importanti indicazioni statistiche sull’attività meteorica, sull’intensità annuale dei principali sciami e sulla loro composizione. Componente importante dell’algoritmo di riconoscimento automatico dei radio-echi è l’andamento del rumore di fondo, con le sue fluttuazioni stagionali e annuali. Dato che il nostro sistema ricevente non utilizza controlli automatici del guadagno e demodulatori (si analizza direttamente il segnale complesso in banda-base), la misura della potenza di rumore è corretta e priva di distorsioni, almeno fino a quando il livello di disturbo captato dall’antenna (dipolo con basso guadagno e ampio campo di vista) non satura il ricevitore. L’analisi periodica di questo dato fornisce importanti indicazioni sulla propagazione e sulle condizioni anomale di ionizzazione atmosferica in banda VHF (formazione dello strato E-sporadico ed altro).