Propongo una manciata di grafici e di spettrogrammi che testimoniano le caratteristiche di uno dei maggiori sciami meteorici annuali, le Perseidi. Secondo le nostre osservazioni, il flusso meteorico di quest’anno è risultato meno numeroso rispetto a quello degli anni precedenti (2018 e 2019): approfondirò questa analisi in un prossimo articolo.
La mappa mostra una concentrazione di eventi (picco associato allo sciame) attorno alle prime ore del 13 agosto, mentre il seguente grafico riporta la frequenza oraria dei radio-echi meteorici catturati dalla nostra stazione nei giorni vicini alla data del massimo. Sono anche dettagliate le distribuzioni delle intensità, delle durate (proporzionali alla mssa degli oggetti) e dell’energia associate ai radio-echi durante lo stesso periodo.
E’ interessante notare (grafici seguenti) come il picco associato alle meteore iperdense e alla numerosità degli eventi più energetici (quelli che abbiamo arbitrariamente classificato con energia maggiore di 0.1 J) cada il 12 agosto, mentre quello relativo agli eventi di maggiore durata, quindi più massicci, il 13. Questo fatto è confermato dal valore minimo dell’indice di massa che coincide proprio con il giorno 13, quando la maggior quantità di materiale extraterrestre è penetrata in atmosfera.
Ricordo che un valore piccolo dell’indice di massa indica un flusso meteorico caratterizzato da oggetti massicci. Come si vede anche dal seguente grafico, che riporta la durata media associata al flusso giornaliero, i meteoroidi associati allo sciame delle Perseidi sono indubbiamente gli oggetti più massicci dell’anno, dato che la loro durata media è sensibilmente superiore a quella registrata durante gli altri mesi.
Concludo queste brevi considerazioni presentando una vasta collezione di spettrogrammi associati alle radiometeore più importanti catturate durante il periodo delle Perseidi: data la numerosità e la massa dei meteoroidi, si trovano le tracce caratterististiche di un’ampia catergoria di eventi, comprese le fastidiose riflessioni causate dai satelliti artificiali (flotta Starlink).
Salve,
seguo con interesse queste attività di radioastronomia “amatoriale” ma direi anche un pò profesisonale, quindi complimenti !
Anche io ci sto provando, mastico l’elettronica ma sulle antenne sono meno ferrato. Sto facendo una antennaYagi da tre elementi per 143MHz per il meteor scattering ma mi sono subito bloccato sulla necessità di adattatore d’impedenza / balun. Dalla antenna scenderi con un cavo TV-SAT da 75ohm per via delle minori perdite, ma penso che tra cavo e antenna dovrei mettere l’adattatore / balun ma non so da che parte iniziare. Sarebbe possibile avere delle indicazioni su quello da lei utilizzato ? Poi mi studio l’argomento e approfondisco ma per iniziare avrei bisogno di un esempio funzionante !
Grazie anticipatamente
Lodovico
Buonasera Lodovico, la ringrazio per gli apprezzamenti, sempre graditi.
Per l’antenna della stazione RALmet (un semplice dipolo rigido orizzontale “tagliato” per 143.050 MHz con impendenza 50 ohm) ho utilizzato un balun 1:1 che conserva l’impedenza di 50 ohm dell’antenna, identica a quella di ingresso del ricevitore. Il dispositivo è stato costruito su un nucleo binoculare in ferrite composto da tre avvolgimenti affiancati di filo smaltato (o filo isolato in PVC), ciascuno con 5 spire. Le spire devono essere avolte insieme, appaiate e tutte nello stesso verso. Il materiale della ferrite è identico a quello utilizzato per le impedenze VK200, adatto per HF-VHF, non critico. E’ consigliabile utilizzare filo isolato in PVC con tre differenti colori, in modo da riconoscere facilmente gli avvolgimenti. Se indichiamo con 1, 3, 5 i terminali di inizio degli avvolgimenti e con 2, 4, 6 i terminali di fine, si hanno i seguenti collegamenti:
terminale 1: ramo SX antenna dipolo
terminale 2: collegato con il terminale 3 e con la calza del cavo coassiale da 50 ohm (al ricevitore)
termoinale 3: vedi sopra
terminale 4: collegato con il terminale 5 e con l’altro ramo del dipolo
terminale 5: vedi sopra
terminale 6: collegato al conduttore centrale del cavo coassiale da 50 ohm (al ricevitore).
Dato che questo balun conserva le impedenze, può essere utilizzato con successo anche con antenne e cavi di discesa da 75 ohm: l’ho infatti utilizzato anche per adattare il dipolo di una yagi a 3 elementi (sempre 143.050 MHz) ad un cavo coassiale da 75 ohm a bassa perdita per TV-SAT che porta il segnale al ricevitore.
Inutile ribadire l’importanza del balun per accoppiare i segnali provenienti da una sorgente bilanciata verso un cavo coassiale sbilanciato.
Spero di essere stato chiaro.
Ciao