E’ ben nota agli osservatori di fenomeni meteorici la particolarità dello sciame delle Alfa-Monocerotids di Novembre: si tratta di un flusso di oggetti veloci (circa 65 km/s) con un picco che capita ogni anno il 21-22 Novembre e una durata molto breve, inferiore all’ora. Lo sciame è generato dai detriti e dalla polvere rilasciati da una cometa di lungo periodo ancora sconosciuta.
L’attività delle Alfa-Monocerotids è generalmente bassa, ma in alcune occasioni genera vere e proprie esplosioni di meteore, come è memorabilmente accaduto negli anni 1925 (ZHR>1000), 1935 (ZHR>1000), 1985 (ZHR circa 700) e nel 1995 (ZHR circa 400). Le osservazioni fotografiche del 1995 hanno consentito il calcolo esatto del radiante, posizionato vicino alla stella Alfa dell’Unicorno. La scia di polvere associata a questo sciame è molto stretta, quasi 85000 km, e le perturbazioni gravitazionali dei pianeti l’avvicinano sporadicamente alla Terra generando occasionali e intensi “flash” di brevissima durata. I ricercatori Lyytinen e Jenniskens hanno previsto una di queste esposioni proprio lo scorso 22 Novembre, quando la distanza fra la scia meteorica e la Terra si è ridotta solo a 0.00036 UA (circa 54000 km). E’ stato suggerito di osservare il fenomeno dalle 04:15 UTC in poi, essendo il massimo di attività atteso per le 04:50 UTC con una durata variabile fra 15 e 40 minuti.
Tenendo presente le caratteristiche peculiari di questo raro evento, abbiamo voluto verificare se fra i dati registrati durante il monitoraggio continuo della stazione RALmet ci fossero elementi riconducibili a questo sciame meteorico. L’analisi è complicata dal fatto che i parametri tecnici della nostra stazione non sono ottimizzati per la cattura di eventi di debole intensità, molto veloci e di breve durata, ma orientati all’analisi statistica “ad ampio cielo” e a lungo periodo di eventi meteorici conteggiati su base oraria. La stazione mobile utilizzata per le osservazioni estemporanee ad elevato guadagno (antenne yagi a 3 e a 5 elementi) non era disponibile per motivi tecnici. In ogni caso, analizzando in dettaglio le registrazioni, sono emersi risultati interessanti.
In generale, si è osservata una debole attività, ben inferiore alla tempesta di meteoriti annunciata dai media, caratterizzata da eventi veloci e non particolarmente brillanti. Il seguente grafico riporta il conteggio orario del 22 Novembre: il massimo si verifica all’orario previsto per il picco di attività delle Alfa-Monocerotids.
Per analizzare in dettaglio le caratteristiche dello sciame, data la sua brevità, si sono visualizzati i singoli radio-echi catturati dalle 03:00 alle 08:00 UTC del 22 Novembre: i seguenti grafici mostrano un addensamento di radiometeore, che dura circa 45 minuti (corrispondente alla massima durata prevista per lo sciame), centrato sull’ora prevista per il picco (circa 05:00 UTC). Il primo tracciato riporta l’intensità e l’occorrenza di ogni evento catturato, il secondo le corrispondenti durate (espresse in secondi), proporzionali alla massa dei detriti.
Le etichette nel tracciato di colore blu indicano le tracce delle riflessioni radio catturate nei seguenti spettrogrammi che documentano gli eventi più significativi. Anche se con una singola stazione radio non è possibile stabilire il radiante di provenienza dei meteoroidi (quindi l’eventuale appartenenza del radio-eco allo sciame), l’analisi di questi dati mostra che le tracce sono state generate da pochi oggetti molto veloci, non particolarmente brillanti (massicci), in numero molto inferiore alle aspettative. Secondo le caratteristiche delle tracce più intense, considerando la fascia temporale di occorrenza, sembra ragionevole associare questi eventi allo sciame delle Alfa-Monocerotids.
Il grafico finale mostra la distribuzione degli eventi catturati ogni 5 minuti, all’interno della solita fascia oraria: anche qui si nota un addensamento di radio-echi all’interno della durata prevista per lo sciame, centrata sull’ora prevista per il massimo.
La scarsa risoluzione del nostro strumento, quando utilizzato per questo tipo di osservazione, non consente un’accurata e dettagliata visualizzazione delle radiometeore associate allo sciame Alfa-Monocerotids che, in ogni caso, sembra essere stato meno “esplosivo” del previsto.